I motivi per cui una persona comincia una qualsiasi attività fisica
(sia uno sport, un’arte marziale, o altro), sono molteplici:
chi per noia, chi per gioco, chi per dimagrire o tonificare, etc
… E spesso all’inizio c’è molto entusiasmo,
però dopo un certo periodo può subentrare la noia.
Uno dei motivi, secondo me, è perché chi insegna
non riesce a trasmettere la passione per ciò che sta facendo;
riuscire a comunicare delle sensazioni a chi ti sta ascoltando
è sicuramente molto importante, oltre che molto difficile,
soprattutto nell’insegnamento di determinate discipline,
come le arti marziali.
Pratico il karate da quando avevo 12-13 anni ed ora che
ne ho 20 e sono cintura nera, non mi sfiora minimamente il pensiero
di mollare tutto; credo che il sentimento che provo per quest’arte
marziale sia nato in me a poco a poco nel corso degli anni, una
passione che il mio maestro ha saputo trasmettermi, con il suo
modo di insegnare e con un certo tipo di rapporto che ha instaurato
con me e con tutti gli altri suoi allievi.
Nel karate non basta spiegare le tecniche e le posizioni come
in un comune sport (infatti io non lo considero un semplice sport)
ma bisogna riuscire ad andare oltre a ciò che si vede e
soffermarsi su ciò che si sente. Il mio maestro è
sempre riuscito ad impostare tutte le sue lezioni in questo modo,
trasmettendo a tutti noi passione, grinta, forza (non quella dei
muscoli), energia…. Probabilmente queste sono tutte cose
che ognuno di noi (chi più, chi meno) ha già dentro
di sé, ma per riuscire a tirarle fuori al momento e nel
modo giusto c’è bisogno di un maestro con le “palle
quadrate”; di solito, il metodo che usa per spronarci è
quello di “farci incazzare”… e devo ammettere che con me funziona.
Nel mio percorso di karateka considero il mio maestro quasi come
un padre … e forse è per questo che a volte le sue
correzioni od insegnamenti mi suonano come dei rimproveri, ed
io mi sento un po’ come una bambina sgridata dal genitore…
comunque questo è un problema che riguarda solo me, anche
perché lui, quando insegna, si comporta in egual modo con
tutti i suoi allievi e non vorrei mai che cambiasse il suo metodo
d’insegnamento con la sottoscritta; anche se a dir la verità
provo un po’ di nostalgia, per i suoi modi più affettuosi,
che riserva alle giovani cinture verdi ed arancioni dei corsi
precedenti; comunque essendoci una differenza di età tra
i vari corsi è giusto che abbia un atteggiamento “più
maturo” con noi. Probabilmente sono un po’ gelosa
del mio maestro ma sono anche convinta che lui stesso sia comunque
’geloso di noi.
Mi ha sempre incoraggiato ed ha sempre rispettato le mie decisioni,
discutendo se necessario su punti di vista diversi, ma non mi
ha mai costretto a modificare le mie decisioni; inoltre è
uno che non si accontenta, chiedendo tanto soprattutto a sé
stesso, ma non ha mai preteso miracoli e richiesto a nessuno di
andare oltre le proprie possibilità, però se sa
che possiamo dare di più non è soddisfatto finché
non riesce a tirar fuori il meglio di noi. Non elargisce complimenti
a destra e a manca, per cui quando riesco a strapparne qualcuno
E’ anche un gran testardo e quando
vuole veramente una cosa la ottiene: questo mio scritto ne è
una testimonianza!!!!
Fine
Verra Elisa