Ho pensato al discorso di ieri riferito al tuo corso. 
C'ho pensato perchè prima o poi potrebbe capitare anche a me  una cosa del genere. E in fondo si trovano tantissimi casi nella letteratura di un senso di "arrivato", credo che siano diversi piani su cui lavorare, uno è senz'altro quello marziale,  vivere pensando che il soffitto di casa bruci va bene, ma anche vivere nel silenzio e quiete più totale va bene.

Queste due cose probabilmente possono esistere ad un livello molto alto, ma se sono state coltivate entrambe. E  la seconda è trascurata, anche per la vita che facciamo.
In india ho vissuto una bella esperienza, sono stato una settimana a meditare ( non sono andato in india per queste cose, ma ho voluto provarle) con l'aiuto di una persona rara. Ho provato delle cose uniche che mi hanno un po scosso, ma mi hanno dato una pace che è durata qualche mese, ma che si affievolisce giorno dopo giorno.
Questa persona che mi ha guidato in questa esperienza è rimasta molto stupita dal fatto che sia riuscito a provare certe cose, e mi ha detto che sono sulla via giusta ( che porta dove non so, ma i viaggiatori non usano le mappe! ). Io attribuisco il tutto al karate e al modo in cui lo vivo, che più che la via dei samurai è la via di gandhi (ma con i capelli e 30 kg in più), molto probabilmente questo non ti dice nulla ma è difficile da spiegare, mi sembra che anche Musashi ha abbandonato la spada per un pennello da pittore, ma la sua sostanza non credo sia cambiata.

Va beh discorsi ma per dire che se si arriva ad un punto in cui ci si sente arrivati e si perdono stimoli qualcosa è sbagliato c'è, e mi spiacerebbe arrivare a quel punto, anche se lontano.