Che corsa! Sono salita in treno appena in tempo. Riprendo fiato dalla corsa e inizio a pensare alla lezione, ho detto ad Anna una cosa “
mi sembra di vedere noi quando ci spiegava il kata”.
E’ vero quello che dice il Maestro “
Ognuno di noi è un dono!” E i ragazzi nuovi lo sono per me due volte.
Così ripasso le tecniche
Ho la possibilità di riflettere su quanto finora ho fatto.
E si, perché potrà sembrare strano ma il percorso fatto finora non lo vedi nella sua totalità se non vedendo chi inizia; è come la crescita dei figli, quando sono piccoli ti accorgi che crescono guardando le fotografie di quando sono nati, o vedendo i figli d’altri.
Più o meno è la stessa cosa, mi sono resa conto del mio percorso vedendo il lavoro che stanno facendo i nuovi ragazzi: coordinare mente e corpo, superare la paura di non saper fare, lasciare le incertezze…; è strano pensare che neanche un anno fa ero così o meglio che oggi lo sono un po’ meno di loro. Sarei presuntuosa a dire che sono già coordinata e che non ho più paura di sbagliare o di farmi male, però mi ero dimenticata quanto è stata dura mettere in totale discussione ciò che ho portato con me in palestra.
Non siamo abituati a lasciare altrove i pensieri, quotidianamente non ci mettiamo in mano ad altri e lasciamo che questi modifichino la nostra persona; fare questo è un lavoro lungo e fatto di piccoli passi quotidiani “ Si fa Karate-do 2 ore la settimana in palestra ma il resto del tempo lo si pratica fuori”
Ricordo: Non mi riusciva il kata, ero arrabbiata (quanta è stata la pazienza del Maestro!) al punto che ho detto “
vorrei vedermi da fuori per capire cosa sbaglio!!” Mi ha fatto fare il kata ad occhi chiusi…..
E ancora adesso se no riesco in qualcosa chiudo gli occhi e vado con la mente a vedere i miei errori.
A febbraio ho iniziato questo cammino con un obiettivo ben preciso a cui ho affianco altri micro obiettivi e questo perché nel mentre il mondo che ci circonda mi ha dato modo di dover affrontare nuovi ostacoli: noi cresciamo ogni giorno e anche gli eventi in proporzione.
Così succede anche con il karate-do, inizi con l’imparare una cosa “semplice” e senza che te ne accorgi (frase d’uso comune ma non del tutto aderente al concetto) sai fare delle tecniche che nemmeno immaginavi, il tuo corpo diventa qualcosa di nuovo per te, poi ti abitui alle tue nuove capacità e ti stupisci di com’eri rivedendoti in chi inizia solo ora il percorso.
Mi piace guardare le fotografie soprattutto quelle di qualche anno fa, quelle con i parenti ed amici,e mi scopro a fare confronti tra ieri ed oggi, come eravamo – come siamo, cosa facevamo – cosa facciamo…
Ieri mi è successa la stessa cosa, con una differenza: davanti agli album del passato spesso si prova malinconia, ieri ho provato soddisfazione.
Monica Ceolin