Per dei mesi organizzi la settimana su quei due appuntamenti fissi a cui non vorresti mancare per nulla al mondo, perché sono il tuo spazio, sono due ore di “sano egoismo”.
Ed ora? Ora la settimana è lunga e corri tra lavoro, spiaggia, amici….., ma tutto diventa flessibile, il tempo è nelle tue mani, fai e disfi; nessuno che ti fa il terzo grado se non sei puntuale all’allenamento, le ore sono tutte tue.
Fino all’ultima tecnica la richiesta di allenarsi anche in questi giorni durante i quali la mente di ognuno è solo indirizzata a viaggi e relax. Ci provi a ritagliarti un minuto per quelle tecniche semplici e “veloci” da fare ma è quasi un dono divino quel breve tempo.
Sembra difficile praticare la libera scelta senza una guida, eppure dovrebbe essere la stessa libertà di scelta a dare uno stimolo in più per non lasciare spazio vuoto in queste settimane.
La disciplina è come un bambino che và nutrito bene perché cresca sano e forte.
Il M° ci aiuta inviandoci regolarmente dei messaggi sul sito, stage e ogni cosa serva per ricordarci che a settembre finisce questa “latitanza” ad allenarsi, e si farà fatica doppia e stare al passo col programma che il Sensei vuole fare.
Siamo ad agosto, il mese di ferie è quasi giunto al termine e la fatica si avvicina lenta ma inesorabile, cerchi il minuto per fare un po’ di allenamento, ti dici “ora mi fermo per fare…..!” , sembra strano doversi dire ciò, ma fa parte dell’attuale vivere essere perennemente di corsa senza il proprio spazio. Abbiamo globalizzato anche il nostro IO! Altri decidono per noi.
Ed io? Io la sera rivolgo il mio pensiero al Sensei e mi fermo, rivedo le tecniche, provo, e poi attendo l’inizio degli allenamenti per essere certa che così riavrò il MIO tempo.
Sono umana e come tanti umani più volte ho trascurato il minuto a favore di altro.
Ma, caro M° , questo significa solo che tu non cresci degli automi ma degli uomini che, nonostante tutto, a settembre saranno davanti a te e ti seguiranno per un altro semestre per loro scelta e felici di ciò che si e ti danno.
Senza allenamenti costanti, senza due ore di lavoro e di insegnamenti, senza orologio che ti ricorda di correre, non è la stessa cosa. Fai le tecniche ma non le vivi allo stesso modo – hanno un sapore diverso-.
Sarà bello rimettere piede sul tatami, fare il saluto e sentire la voce decisa che ti accompagna nell’ora tutta personale che sembra non finire mai.
Settembre è alle porte e la mente già vola........
OSS
Monica Ceolin