Al Maestro,
senza il quale non ci sarebbero
i meravigliosi guerrieri
con cui pratico.
Ai compagni di pratica,
che sono speciali
dentro e fuori il Dojo, da cui imparo
senza che essi insegnino.
A chi leggerà, sperando che capisca
perchè pratichiamo.
DA TANTO..... TROPPO TEMPO
Sono qui, davanti a questo monitor, con una "pagina " bianca davanti.
Quasi quasi vi vedo sopra dei brevi films dei mesi passati. Credo sia colpa dell'avvicinarsi della fine dell'anno; è come quando stai per festeggiare i trenta, i cinquanta anni, fai la stima di quello che hai vissuto, il "Bilancio", come lo chiamano in molti.
Non era proprio la mia intenzione, ma visto che ci sono mi sa che mi tocca.
Non è onesto dire che questo è stato il mio periodo di massima presenza, sia in allenamento che nel resto delle attività, troppi cambiamenti personali, troppe cose intorno che mi hanno in qualche modo catturata al di fuori del Dojo, ma comunque sempre con un filo di attenzione per quello che i compagni di pratica combinavano, vivevano, festeggiavano assieme al Maestro.
Ci si allena anche con lo spirito, con la mente, con le emozioni e forse anche io in qualche modo l'ho fatto (?); non lo so, non ho ancora abbastaza strumenti per dire se funziona così, ma spero di si, sennò ho perso troppo.
Un anno di congetture sul Nostro futuro, di parole cariche di progetti, di aspettative concretizzate, ma anche sfumate; giorni, mesi ed ore risonanti di risate delle giovani guerriere, così come di comandi e di Kiai, Oss pronunciati con obbedienza ma anche digrignati tra i denti per un "conflitto" di pensieri.
Una gara che toglie il fiato e ti fa inorgoglire, così come il sapere che c'è chi attraversa mezzo mondo per essere con noi due ore una domenica, ma anche stare intorno ad un tavolo con il Monaco e/o avere in palestra allievi vecchi e nuovi uniti nella pratica, tutto questo in un solo Anno. Anche questo è Karate-do. Un'arte dove eleganza del movimento si fonda con la sua natura di difendersi e di combattere per salvarsi, dove la storia di secoli di battaglie viene riunita in una "danza" (perchè così la vedono gli occhi di chi no sa) chiamata Kata.
Come puoi spiegare tutte queste esperienze, o meglio ciò che esse significano per un Maestro e per i suoi allievi, quanto il loro realizzarsi hanno un enorme significato intrinseco per questo piccolo Dojo, che ancora pare in fase embrionale.
A vederlo e a parlarne mi si solleva una immagine che forse spiega quanto sopra in modo più esaustivo.
Questo nuovo Dojo pare un ventre di donna che porta in se la vita, un piccolo puntino carico di futuro. Nessuno ancora lo vede, ma c'è, con il suo bagaglio di geni ereditati da chi lo ha concepito, che a loro volta sono stati e saranno ancora ereditati, con già su di se i progetti dei due genitori – che ancora non sanno chi sarà il loro erede - . Poi in un attimo questo puntino "esplode" nella sua totalità, si mostra alle persone e si prepara ad affrontare le prove del mondo, piccolo e spaesato, impara "rubando" dagli altri, dagli adulti, diventa un contenitore di nozioni che egli poi riverserà nelle strade del suo cammino, apparendo, però, sempre piccolo a taluni occhi, anche da adulto.
Ci saranno ammiratori e contestatori, ma egli proseguirà la sua strada, e ogni cosa sarà solo scuola di vita.
Non è tempo ne sentimeno di bilanci, non c'è abbastanza passato su cui versare lacrime di nostalgia, almeno per me, che sono ancora adolescente in questo mondo ricco di storia e di tradizioni.
Non era, infatti, questo lo scopo di quanto sto facendo; con questi tratti neri, che macchiano un foglio bianco, ho esternato i miei pensieri, dato modo al mio pensiero di svuotarsi di mille fantasie e di pulirsi, perchè un contenitore pieno non può accogliere in sè nulla di nuovo e va pulito ogni ogni volta che lo vuoti, perchè altrimenti sporchi il nuovo che ci metti al suo interno.
Così, dal nulla, nasciamo, in un attimo. Ci mettiamo giorni e mesi per venire sulla terra e lasciamo tracce di noi ogni momento. Io oggi lascio la mia, perchè si sappia che il dojo in cui entro è frutto di secoli di tradizione, di decenni di passione, di anni di allenamento, di giorni di gioie e dolori.
Oss
Venezia 24/12/2015
Monica Ceolin
Risposta Immediata:
Leggere Monica mi fa capire molte cose, cose che vi passano per la testa perchè quando lei cita,. parla, scrive o discute molto spesso porta in se la ricchezza di tutti noi.
Sono un maestro fortunato anche se per vostra e mia sicurezza mi piacerebbe essere ancora più grande.
Buon Natale, Buon Natale davvero!