Voglio raccontare un episodio accadutomi pochi giorni fa. Lo voglio raccontare con quel mio stile che rende ogni pezzo un pochino particolare.
Lo voglio condividere con chi, di certo, può capire.
Sono figlia di due genitori educati "vecchio stile", di quella educazione che non permette al padre e alla madre di essere sgridati dai figli, da quei figli che hanno "solo" da imparare.
Sono figlia di una madre che ha sempre donato e mai preteso nulla, nemmeno un "grazie", sono figlia di un padre che ha sempre ricevuto da sua moglie ogni tipo di attenzione, ma non se ne è mai accorto.
Sono la figlia che dice a sua madre che tutto questo non va bene. Sono la figlia che però troppo spesso si dimentica di CHI è figlia.
Tante, troppe, volte ho chiesto e preteso che LEI cambiasse questo suo essere; troppe volte le ho rimproverato che il suo modo di fare avrebbe avuto ricadute sui posteri, troppe volte ho contestato come LUI si siede sulla presenza di quella donna.
Ma quando parli ad un adulto sei sempre troppo piccolo, quando chiedi ad un genitore di essere altro da ciò che egli è sei troppo rivoluzionario per la loro mente, quando vuoi smontare un sistema radicato sei solo imcomprensibile.
Ma come tutti coloro che chiedono qualcosa di diverso da ciò che vivono, ti scordi da dove vieni, ti dimentichi che quello è il LORO essere.
Ed ecco cosa ti può succedere.
Ho sempre lottato contro tutto quello che non mi piaceva, l'ho fatto con tutta me stessa, non voglio essere come LEI, remissiva, troppo docile, troppo trasparente; IO NON SONO LEI.
Le chiedo solo di farsi QUEL regalo che solo lei può farsi: la DIGNITA'.
Le spiego che nessuno deve pretendere dagli altri, che se uno fa un dono deve avere almeno un grazie, che se non ce la fa ad assolvere le richieste altrui non deve scusarsi per forza, le spiego che siamo umani, non Dei. Le spiego che cambiare fa bene a lei e a chi le sta intorno.
Poi lei invecchia, inizia ad avere bisogno di chi le sta intorno, ma non è capace di chiedere agli altri di fare qualcosa per lei.
Durante gli anni i figli sono cresciuti, sono usciti dal nido.
Io vivo da sola, per scelta, lontano da quella casa. Ci sentiamo per telefono e ogni tanto vado a trovarli, mi fermo a dormire li, partecipo alle feste di famiglia; ma mi sento sempre in colpa.
Mi sembra di non esserci abbastanza per loro, mi sembra di lasciarli in balia del tempo che passa e lascia dietro di se gli acciacchi degli anni.
Quando vado a casa loro vorrei sostituirmi a lei, farla riposare, regalarle un pochino di tempo libero, ma lei non sempre vuole, lei non vuole che lavori al posto suo, le sembra innaturale.
Ma a me piace, mi da gioia vederla coccolata.
L'ultima volta che mi hanno avuta tra i piedi, le ho aggiustato un paio di cose, le ho preparato il mangiare, le ho fatto alcune commissioni e lei era così stupita di quanto ho fatto che non smetteva di farmi complimenti, le ho fatto un cenno come per dirle " cosa vuoi che sia.... non sono nata sapendo, ho imparato da qualcuno...", tradotto in modo semplice " mi avrai pure insegnato ...." ; la sua risposta mi ha spiazzata: " non devi sminuirti, se sei brava lo sei.... e basta".
Ho risentito in quelle poche parole anni di lotte che avevo fatto con lei, ho sentito che non avevo sprecato fiato e che non mi ero arrabbiata per niente..........
Ho capito in un attimo che non si possono cambiare decenni di vita di una persona, ma puoi seminare una pianta che loro non godranno direttamente, ma che donerà dei fiori profumati e colorati che saranno ammirati da chi resterà a guardarli, che avrà una fronda così ampia che proteggerà chi vi si siede sotto.
Nulla di ciò che gli altri ci donano và perduto, prima o poi c'è chi lo raccoglie e lo regala a qualcun altro, magari in modo diverso, ma lo rimette in campo.
Adesso ho capito tante cose e sono un pò più matura.
Grazie mamma per avermi insegnato anche questa lezione.
Venezia 7 Giugno 2016
Monica Ceolin
Risposta immediata:
Sono commosso!
Si Monica, loro danno senza mai chiedere o chiedo poco: " che siamo bravi, che non facciamo del male a nessuno, che non CI facciamo del male" ( questo è quanto ho sempre chiesto anche io come genitore a Enrico e Beatrice).
Duro lavoro quello del genitore, sempre presente, sempre attento e vigile, sempre duro alle volte durissimo come uno stick che al primo sorriso o lacrima si scioglie come neve al sole ( ho un nodo alla gola e gli occhi lucidi in questo momento).
I "vecchi" però ad un certo punto diventano durissimi, cattivissimi, pasticcioni e rompicoglioni.
A noi..... figli non rimane che continuare ad essere noi stessi ad un livello più alto.
Un bacio ben dato vale più di mille parole, un gesto, al momento giusto vale più di mille parole..
Grazie nobile donna e valorosa guerriera il tuo è solo l'inizio di un lungo percorso che spero vorrai ancora condividere anche in mia compagnia, ancora una volta.
Davide