Ci sono luoghi in cui amo andare
Sono luoghi significativi, importanti per la mia vita: uno di questi è la palestra in cui pratico il Karate.
E' da quando ho sedici anni che la frequento: allora era per provare qualche cosa di nuovo, di diverso, che mi desse la possibilità di sfogarmi e al contempo mi permettesse di sapermi in qualche modo difendere; oggi, a qualche anno di distanza, il mio approccio con il karate e la vita è profondamente mutato.
Il karate ora per me non è un passatempo, ma è uno strumento per conoscermi e conoscere gli altri; non un gioco, ma un momento importante per accrescere la mia autodisciplina il mio autocontrollo; un'occasione in cui posso "sgrezzare" il mio fisico e il mio spirito, liberandolo da tutto ciò che non è essenziale, per giungere ad un miglior rapporto con gli altri.
Devo dire che questo mutamento di prospettiva è dovuto in gran parte al lavoro di Davide (il mio maestro), che cerca di condurre ciascuno di noi allievi su un sentiero in cui il karate e vita non siano in contrapposizione, ma si trovino in un rapporto di complementarietà. E' come se il karate riuscisse a rendere "completa" la mia esistenza, mi consentisse cioè di continuare, anche nel momento in cui pratico il karate, quella ricerca che svolgo nel mio intimo. Tutto ciò però non è l'unico aspetto di questa disciplina, in essa è al contempo presente un continuo stimolo al confronto con l'altro, allo scambio di esperienze con chi vive con noi.
La pratica del karate aiuta le persone a crescere, in quanto diventano consapevoli che la disciplina, l'autocontrollo, l'impegno, il costante confronto con l'altro sono tappe necessarie di un cammino che ha come meta un miglior rapportarci con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
Cristina Zorzi