Riflessioni - Il luogo dove si pratica il DO la Via
Le emozioni sono scomode e si vuol sfuggire ad esse. Anche 15 righe diventano così un motivo per aver paura...per evitare un confronto... Ma è bello darsi delle possibilità, degli impegni... perchè chi rinuncia decide di non scegliere.
Io ho scelto, scelto la pratica del karate alcuni anni fa con tante domande intorno a me......regole zero, poche soluzioni.
Perchè non ci appaga essere ciò che si è? Perchè non è sufficente? Può il karatè essere una via ? Possono le mani essere il mezzo che ci permette di definire ciò che siamo ?
Può questa via, tra la scelta estetica di definire ciò che siamo e la scelta etica di diventare ciò che si vuole diventare, cambiare la nostra vita ?
Scegliere il karate è stato un dono, un suggerimento del Maestro.
Quante volte ho sentito ripetere: scegli! di fare ..... di non fare.....ma scegli! Così con questa semplice tesi egli si è spinto al limite di comprensione della parola e mi stà dicendo: scegli! Chi sceglie se stesso scopre che quell'io che sceglie ha una infinita molteplicità in sè. Esso ha una storia.
Mi dice: guarda!....hai una storia. Si. io ho una storia.
Sono bambino,adulto,genitore.
Vivo e cerco la spontaneità ma sono anche il copione della vita rappresentata affidata ad ognuno di noi.
Scopro la mia intimità con dolore con gioia.
Si può forse nascondere il dolore ?
Pensare e fare karate è stato vedere me stesso diversamente, è vivere fuori dal copione.
E' consegnare la mia fisicità ad una lezione di nobilità che nasce da piccoli segni...da dentro.
E' essere lucido ,informato su me stesso. E' mettere radici gurdandomi le mani. In fondo la vita della radice è tranquilla e nascosta ma le mani da sole non bastano se non si sa come funzionano.
Può forse l'albero, l'albero maestro vivere senza radici ?
Con infinita gratitudine Massimo.