Non è facile pensare di essere una fugace apparizione e di rappresentarsi al mondo con il dramma di un io supremo che scopre poi di essere una illusione, un piccolo sogno...
Quanto allora prendersi sul serio ?
Può forse un attore prendersi sul serio senza il rischio di confondersi, di perdersi nella parte fino al punto di smarrirsi ? Può.......
A volte sento nel giudizio della gente che il karate è finzione , cinema e rappresentazione e ... che in fondo anche noi siamo attori travestiti alla ricerca di sè.
Vi è il rischio di perdersi ,questo è vero, dentro a certe domande certe vie, certe pretese di spiegazione del mondo della vita degli affetti.
Resta l'esperienza, e di colpo si capisce di avere una bocca troppo piccola per parlare e che le parole da sole non bastano per spiegare.
Auguro a tutti il karate come "esperienza che non si racconta"...amica nei momenti, negli incontri.
Massimo Renno.
Alla mia richiesta di capire come mai questa interpretazione Massimo ha risposto così:
"Ciao Davide, ti racconto come è venuta fuori, ed in fondo è stato come " togliere dei mattoni dal muro" ....quel muro che a volte non ci sentiamo di superare, che ci ingabbia nelle convinzioni e che diventa un pretesto per non cambiare mai, per non esporsi.
Ho letto nel sito la tua tesi "cos'è il karate per me", ho seguito il filo conduttore fino all'ultima riga quando riporti l'immagine dell'ultimo l'ultimo viaggio .....
E' un immagine potente, carica di significati, simblicamente rappresentata dall'idea di una presenza che ci accompagna ...
Ho subito pensato a quanto effimera è la vita, quanto leggera e impalpabile sia la nostra esistenza, un soffio nello spazio e nel tempo , forse siamo illusione, sogno.
Ma per noi non è così, tutta la vita con il nostro "io assoluto" ci danniamo in risposte, amori ,vie etc.
E' un piccolo dramma la nostra consapevolezza rinchiusa in un corpo troppo piccolo che non potrà continuare.
Così corriamo il rischio concreto di eccedere, sì ,eccedere nelle nostre convinzioni perchè tentiamo di realizzare quì e subito ciò che ci tormenta e ci fa stare male.
E ci prendiamo sule serio, tremendamente sul serio, così iniziamo a smarririci, a perderci nella maschera e nel copione "della vita rappresentata dai modelli.....e dai mattoni", fino all'ultimo viaggio.
Si capisce allora, alla fine, il senso di una esperienza. Incredibilmente le cose importanti non si riescono ad esprimere e la parola sembra morta nel raccontare, troppo piccola per definire, allora proviamo altre strade ... una canzone una poesia, qualche segno per contenere l'illusione .
A volte è bello stare senza parole, prenderesi una pausa sospesi nella vita , finalmente coniugando la mente con il cuore, si ha la sensazione di stare a posto , di "compimento" di relativa tranquillità, ma è solo per chi ha vissuto questa cosa, per chi tenta nella vita, per chi si sfascia nel tormento....ho la sensazione forte che tu comprendi questo mio sentire ne hai esperienza.
Inizia così credo una nuova fase, mettere a disposizione questa esperienza, darla e donarla agli altri nelle cose, nei fatti ,nelle tecniche, nelle relazioni .
Perchè non si racconta......
Con gratitudine Massimo