L'importanza di avere due maestri
Sono molti i fattori di cambiamento nel mio rapporto con la pratica del karate da quando ho due maestri.
Generalmente pratico il karate per quattro ore la settimana, due con il Maestro Luciano Puricelli e due con il Maestro Davide Rizzo.
Ci sono alcune differenze tra i due tipi d'insegnamento, che però, se sovrapposti con intelligenza e impegno, possono portare ad una crescita costante nell'apprendimento di questa disciplina e contemporaneamente ad una cura dettagliata nei suoi diversi settori.
Grazie al M° Rizzo, e a sei anni di allenamento con lui, ho imparato le basi, e cosa significa veramente "fare Karate", oltre ad acquisire una vera e propria passione per la disciplina. Ho imparato a scoprire i miei limiti, e, successivamente, ho capito quali limiti potevano essere migliorati grazie all'impegno e alla dedizione.
In seguito a questi anni ho cominciato anche a rapportarmi in modo diverso con la gente, ad acquisire autocontrollo sincerità e coerenza con me stesso.
Da gennaio 2000, in seguito al raggiungimento del primo kyu, ho cominciato ad allenarmi anche con il M° Puricelli, aggiungendo a ciò che avevo già appreso nuovi fattori.
Mi è difficile fare un paragone vero e proprio tra le due tipologie di insegnamento, poiché pur essendo diverse si completano. L'idea generale (ma anche piuttosto superficiale) che mi sono fatto, è che, ora, nelle lezioni con Davide ci sia una cura soprattutto su certi aspetti come la potenza e lo zanshin, mentre con Luciano si curano certi dettagli minuziosamente, ma con entrambi c'è sempre da studiare ed imparare.
In questo modo si ha la soddisfazione di migliorare senza sentirsi mai arrivati.
Per concludere penso che il vantaggio di avere due maestri così "fuori dal comune" sia proprio questo ovvero apprendere continuamente con completezza, curando la tecnica, lo zanshin, la potenza, il kime senza lasciare mai nessuna di queste ad un livello di importanza inferiore alle altre.
Un'ultima considerazione, va all'importanza che queste due persone hanno per me al di fuori del tatami, visto che la gran parte degli insegnamenti ricevuti possono essere applicati alla vita quotidiana con ottimi risultati.
Pietro de Perini