Logo

Intestazione


Shirai Ryu
Menu verticale jQuery con effetto fisarmonica | MaiNick Web
KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Risposta a Luigi

Adesso vorrei rispondere all'amico e atleta Luigi, detto "Giggi" in riferimento al suo scritto su quello che il Karate è stato per lui.

Trovo molto giuste le sue considerazioni e in particolar modo quella riguardante l'accenno al fatto che l'allenamento è solo marginalmente fisico. E' vero, la crescita di tutti noi come atleti e individui è certamente da correlare alla nostra evoluzione interiore, se analizziamo il lavoro fatto in questi anni scopriamo di aver modificato profondamente il nostro spirito e la nostra mente, l'approccio verso gli altri atleti e l'approccio verso le altre persone in generale. A questo proposito mi viene in mente quanto Davide ci ha più volte detto: "Essere Karateka significa esserlo sul Tatami e fuori dal Tatami" quindi secondo la Via indicataci dai nostri Maestri significa CORRETTEZZA, RISPETTO, ATTENZIONE, SPIRITO, CONTROLLO, SACRIFICIO, COMPRENSIONE, CORAGGIO, TENACIA, questo vuol dire applicare a tutto campo i valori aquisiti e sopratutto in qualsiasi contesto.

Trovo molto stimolante anche l'accenno alla percezione dei segnali che il corpo invia alla mente per poter capire meglio quali sono i nostri limiti fisici in qual momento e dove bisogna lavorare per poter crescere e migliorare. A questo proposito mi collego al fatto che in questi ultimi anni mi sono appassionato alla corsa di resistenza, diciamo maratone e simili, ho scoperto la bellezza della corsa in solitudine anche per ore ed ho scoperto una sorta di limbo dentro il quale trovare le energie che non sapevo di avere. Sto parlando di quel qualcosa che scatta quando credi di non aver più nulla dentro, quando realizzi in che quel preciso istante stai facendo l'ultimo passo prima di crollare esausto, invece no, continui e pretendi da te stesso e dal tuo fisico qualcosa di più. Sto parlando di due cose diverse ma incredibilmente simili, ho vissuto nel Karate frazioni esattamente uguali per intensità anche se i tempi della corsa sono dilatati, è in quelle frazioni in cui il tuo fisico non ce la fa più che prende valore il lavoro svolto dentro di noi e che deve dare i suoi frutti, chiamiamolo KIME o FORZA INTERIORE non ha importanza, è quello su cui hanno lavorato e tentano di lavorare i nostri Maestri, ma in definitiva chi lo assimila e poi lo applica siamo solamente noi.

Un ultimo accenno sui "danni fisici" del Karate, anche qui vorrei mettere sul piano del confronto una serie di sport da me praticati: basket, calcio, sci, nuoto, canottaggio e altri provati più per curiosità che per vera passione, i primi due comunque praticati con serietà e tenacia per molti anni con 3 allenamenti alla settimana più la partita il Sabato o la Domenica.
Devo dire che tutte le volte che mi sono fatto male è stato per scarsa concentrazione, mi spiego meglio, se si riesce a mantenere un elevato livello di concentrazione ed agonismo, che potremmo tradurre in Kime per tutta la durata dell'allenamento o della gara o partita, molto difficilmente ci si fa male. Anche in caso di confronti duri e scontri fisici continuati. Ho scoperto con il tempo che il mio comportamento e rendimento in campo dipendevano solamente dalla mia condizione mentale, i limiti fisici venivano superati, le energia si moltiplicavano, tutto sembrava più chiaro, scompariva quella sensazione di ritrosia nei confronti dell'atelta avversario più forte e magari più grande e grosso ed emergevo io come persona e poi come atleta con i miei limiti ma sopratutto con i miei pregi. Attenzione però non è così facile, non è così automatico, non ho mai capito come far scattare questa molla, (ed è questo indubbiamente che fa la differenza con i campioni) scattava e basta, certo io aiutavo mentalmente il procedimento ma non sempre ci riuscivo.
E' in questo che ho trovato il Karate una forma di educazione mentale e fisica straordinaria, grazie alla nostra palestra e ai nostri Maestri dove si predilige lavorare sull'energia interiore e sulla concentrazione. E' questo quindi che ci fa evitare l'incidente con il compagno perchè se entrambe lavoriamo sullo stesso livello con la stessa intensità ci rimangono solamente delle ammaccature su braccia e gambe, mentre il nostro spirito ne esce straordinariamente rafforzato.
Direi che per oggi è abbastanza.
A tutti un abbraccio

Domenica 30 novembre 2003 - 19.41.57

Zammattio Roberto

| Back | Home | Stampa questa Pagina |
Albo Associazioni del Comune di Venezia n° 3187 - CF. 94084040271
Aics n°
104934 - Registro.Naz. Ass. e Societá Sportive Dilettantistiche del CONI n° 203909
Us-Acli n°
13069 - Registro.Naz. Ass. e Societá Sportive Dilettantistiche del CONI n° 205946
Affiliata a: FIKTA - Cod.Soc.
KVE 1206
- Note sul Copyright
Istituto Venezia Comunicazione e non solo