A lezione con il tuo Maestro Testo tratto da un intervista del 2009 al Maestro Hiroshi Shirai
Ogni Istruttore e Maestro di karate deve avere dentro di sé una forte credibilità.
Il termine giapponese che meglio esprime questo concetto è "SHIN NEN” ovvero “credere con estrema decisione e praticare ciò in cui si crede senza alcun minimo dubbio”. Solo grazie a questa forte convinzione di spirito, che ogni istruttore e maestro deve avere dentro di sé, i valori fondamentali del karate tradizionale potranno conservarsi e rimanere intatti nel tempo.
Non si tratta di beni materiali, ma di un patrimonio ed una ricchezza di estrema importanza che potranno tramandarsi soltanto da persona a persona, da spirito a spirito e da maestro ad allievo, attraverso una pratica quotidiana che sia al tempo stesso “tecnica e spirituale”. Maestro Hiroshi Shirai
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Dal vostro affezionatissimo Maestro
19 Settembre 2012
Capita sempre più spesso che mi ritrovo da solo ad insegnare ad un solo allievo, sia esso cintura nera colorata adulto o bambino.
Qui di seguito alcune constatazioni:
All’apertura mi sono ritrovato con Susy e a essere sincero è l’unica dei bambini che si sente a suo agio a praticare in solitudine. Con Susy la lezione passa veloce, attenta a tutto quello che le si dice e che si chiede, risponde con rapidità alle varie sollecitazioni anche se faticose.
E’ capitata la stessa cosa con Adrian e Antonio con loro, sono maschi, la lezione spazia anche e non solo sotto l’aspetto della fatica, questi ragazzi sembra non abbiano muscolo mentre quando colpiscono il Maestro di forza muscolare e di grinta ne hanno da vendere. Adrian non ha via di scampo come quando è in compagnia. Deve fare attenzione a tutto, dalla cima dei capelli alla pianta dei piedi ma, a differenza di altri lui vorrebbe non fare lezione un po come Antonio che quando vede che non arriva nessuno si preoccupa e inizia a sudare ancor prima di cominciare al di la di questi piccoli discorsi quando arrivano si guardano intorno e iniziano a pregare.
Per quanto riguarda gli adulti la cosa è leggermente diversa spesso mi trovo solo con Donato, con Francesca, con Elisa o con Monica, l’ultima volta solo con Francesco. L’unica cosa che li accomuna è il tener duro, cercare di arrivare fino al suono della campana che non c’è.
Con i ragazzi la musica è dura, durissima, inflessibile, ieri sera "18 settembre" Francesco si è macinato le gambe in 45 minuti, 21 Kata 30 minuti di kihon durissimo e alla fine mi ha fatto un dono molto grande ha tirato fuori una bellissima combinazione e un’altrettanto kata fatto al massimo delle sue capacità tecniche. Su Donato dico solo altre due parole, si impegna, ci dà l’anima e suda! Tecnicamente c'è e si vede! ma manca il lato degli aspetti più importanti che la pratica esige. Gli aspetti interni, quelli veramente formativi per la persona.
- Donato quando si ritrova da solo si diverte come un matto ma poi alla fine cede sotto il peso del vero alenamento le flessioni poi durante la lezione è solo e sempre "Oss";
- Francesco: Go e gambe a tochi, poi tra un sorriso e l'altro continua ad allenare e si vede che proprio gli piace;
Con le ragazze la cosa si fa più interessante, e te pareva, direte voi sorridendo!, con loro dopo dieci, quindici minuti iniziano a dire:
- Elisa: So stanca ga avorà fin adesso, ma continua imperterrita e incazzata più che mai;
- Francesca:
Maestro…. Non ce la faccio ho male alla testa e mi viene da vomitare, oppure uffa sempre da sola, maestro sono stanca ho studfiato fino ad adesso;
- Monica: No ghea fae più ma poi tra mille miagolii continua;
- Chika; Con il suo fare orientale ti fa capire che è stanca, che ha mangiato male, ma indefessamente anche per lei l'allenamento è bello!
Vi devo dire che amo queste frasi, le amo sentire, mi piace vedere le facce che le pronunciano e sotto sotto tutti i karategi hanno lo stesso profumo di sudore, sudore sudato e guadagnato.
Per quanto mi riguarda
con Luciano, ogni volta che mi capita di essere da solo mi dice: andiamo a bere un caffe o ti vuoi allenare?
Io ogni volta ci casco, vada per il caffè, scherzo!! con Lui le lezioni sono di una ricchezza tale che alla fine sono talmente preso che mi trovo a ricalcolare tutto il mio sapere su un casino di argomenti.
Rifletto sui Bunkai sui Kihon e Kata e alle volte capita che quando arrivo a casa nemmeno mi siedo a tavola perchè devo ripetere magari qualche tecnica.
Allenarsi da soli con il Maestro è di grande vantaggio sia sotto l’aspetto mentale e fisico, dove non ci sono spazi di recupero, dove la pressione è costante e pressante, dove il Maestro chiede tutto all’allievo.
Attenzione, zanshin, kime, precisione tecnica e voi state qui per fare questo dono non a me ma a voi. Oss
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