Febbraio 2004 e Agosto 2007
Caro Luciano, caro Maestro non è poca cosa iniziare questa lettera perché so che sarà lunga e travagliata, molto travagliata e in qualche caso anche sconclusionata.
Dopo molti anni di Dojo, di Karate non ho ancora appreso come staccarmi, come separarmi dalle cose e dagli affetti, devo dire che poco ho imparato dai tuoi insegnamenti in merito alla
separazione e al non agire.
La separazione spesso va compresa, il dividermi dai miei allievi mi sta costando molto, da quel giovedì fatidico, lo so che ci sei rimasto male come anche Roberto al quale ho chiesto scusa per il mio
disonorevole comportamento, ma, neanche quando ho perso mio padre ho sentito un dolore così grande, è stato come se il mondo, se tutti gli anni di sacrifici, di rinunce e non solo miei mi fossero piombati addosso con una forza insopportabile, è come se il mio cuore non reggesse allo stress di quel momento, perché sapevo, lo sapevo da tanto tempo, che sarebbe venuto quel momento in cui mi avresti detto, mi avresti comunicato, lo sapevo è in cuor mio pensavo: “
ma no, vedrai, comprenderà, capirà, rispetterà il mio spazio e il mio sentire nei confronti degli allievi ai quali ho dedicato tutto me stesso.
Mi sento e sono cambiato, non riesco ad equilibrare il mio sentire.
Sento che ti voglio bene, che ti rispetto, che rispetto la
TUA decisone di farmi separare anche se continui a dire che non mi separi da nulla che non mi togli nulla è solo una questione di…. Soldi e di….. principi dico io.
Sono inoltre sicuro che il problema si ripresenterà anche in futuro se non decidiamo una cosa, una semplice cosa: noi lavoriamo assieme, tu sei il Maestro, senza ne se ne ma, ma io devo avere pari dignità, anche economica, altrimenti cosa accadrà quando diventeremo “Vecchi”?.
Cosa accade se fra un due anni sono tutti cinture nere? Vado a casa? O insegno gratis perché non ci sono più bambini o spazi per insegnare?
Si, lo so, hai dei problemi, ma chi non ne ha in questo buio periodo sia di malgoverno che di retribuzioni che non bastano più per vivere!
Togliermi economicamente il corso delle
Cinture Nere per me è significato un’ulteriore passo per comprendere che con ogni probabilità io non sono così importante per il “
Centro e per te” come più volte hai sottolineato e ti ringrazio di questo anche se sinceramente devo dire che aveva creato in me delle
aspettative che vedo definitivamente deluse.
Provo a farmene una ragione ma non ci riesco, non capisco perché devo insegnare gratis, non capisco perché devo stare fino a sera in palestra gratis, non lo capisco, se poi a questo ci metti dentro anche i risvolti familiari è una tragedia, motivare questo a chi di questo non capisce nulla.
Credimi è difficile. Non ce la faccio.
E così ho pensato l'impensabile.
Spesso tra il dire la verità e applicarla ci vuole tempo il mio problema è che per me il tempo era ieri, quando mi credevo una persona degna di pari dignità, una persona, un Maestro degno del rango conquistato con grande fatica impegno ed abnegazione verso tutti e quando dico tutti intendo proprio tutti.
Sai, l'altro giorno quando non sono andato dal Maestro Shirai (stavo anche male, ma quante volte ho fatto quello che si doveva fare anche azzoppato o con una costola incrinata o con lo stomaco in gola ) il non andare mi ha fatto comprendere che mi si sta spezzando un qualche cosa dentro, ho avuto la sensazione, quella sensazione, che si sente quando qualche cosa se ne va, il problema per me è capire se questa sensazione riuscirà ad andarsene da me.
Questo mi terrorizza e mi sta prendendo male, non vedo un futuro senza Karate e senza insegnamento, sono e mi sento un Maestro e anche con la M maiuscola se mi è consentito.
Ho provato a lasciarla passare ma anche questa notte, questa mattina e ora che sto scrivendo continuo a pensare:”
ma io, cosa sto costruendo se poi quello che faccio non conta un bel nulla”.
Il non conta nulla si rapporta anche con il problema che faccio quello che faccio anche per un ritorno economico. E sinceramente non comprendo perché non devo essere pagato dai miei allievi che arrivano alla cintura nera. Il fattore economico a questo punto non conterebbe nulla se non ci fossero gli impegni presi, se non ci fossero di mezzo gli “
ALTRI” se non ci fosse lo stato di “necessità economica”, conta solo la forma, l'etica delle cose e l'etica dei comportamenti altrimenti che Maestro sarei, cosa potrei insegnare oltre alla mera tecnica se io non fossi io!
E' per questo che sto cercando di scriverti, per rimanere anche in questo caso me stesso.
Ho sempre imparato, perché mi è sempre stato inculcato prima dal mio Papà e poi dai miei Maestri ( Demichelis in testa) e quindi anche da te che sei il mio prediletto che sui principi non si transige, che si deve lottare per i propri principi, il problema è che io non voglio lottare su questo, io voglio essere, per te, quello che sono sempre stato “importante” se mai lo sono stato veramente, ti chiedo pertanto di comprendere se ogni tanto mi vedrai rabbuiato, di comprendere se ogni tanto me ne andrò senza apparente ragione dalla palestra, se ogni tanto non sarò me stesso.
Ciao, ci si vede dopo perché nulla deve cambiare perché tutto è mutamento.
Ps. Agosto 2007 - Stai tornando alla carica ma questa volta ho imparato e sono pronto anche io ad assumermi le mie POSSIBILITA', dovrò dimostrarlo ancora? Vedremo cosa deciderai.
Stavolta mi sta prendendo ancora più male, sto pensando di mollare la palestra e vedere se trovo uno spazio per me.
Ho chiarito anche le cose con i miei allievi che, nonostante la grande considerazione che hanno per te, mi confermano che loro seguiranno il loro Maestro in qualsiasi momento.
Mi pesa questa cosa, mi pesa tanto, ho dedicato tutto me stesso al Centro e questo è quanto mi torna, mi ritrovo solo con i miei allievi, solo a decidere del mio futuro, solo dopo tanti anni, credevo, speravo di poter contare su di te ma mi dispiace dirlo sono molto deluso anche se in cuor mio speravo di sbagliarmi devo prendere atto che il mio sentire funziona.
Oss Maestro Luciano, mio maestro, fichè il mio cuore pulserà ci sarà sempre la possibilità di fare un passo indietro.
Il tuo allievo
Davide Rizzo