1) C’è sempre modo di migliorarsi:
Mi hanno riferito che un certo Maestro di scherma, raggiunta la tarda età, fece questa dichiarazione : “ L’addestramento di un samurai dura tutta la vita, e conosce varie fasi.
Nella prima, al più basso livello, per quanto ti eserciti non sembri far progressi, sai di essere maldestro, e pensi lo stesso degli altri. A questo punto, manco a dirlo, non sei di nessuna utilità al tuo daimyo.
Ad un livello intermedio, sei pressoché inutile, però sei consapevole delle tue deficienze, e cominci a riconoscere i difetti degli altri. Quando un samurai raggiunge il più alto livello, egli è in grado di cavarsela in qualsiasi situazione, grazie alla sua saggezza, quindi non ha più bisogno degli insegnamenti altrui.
Ha fiducia nella sua abilità, gode e riceve elogi, si dispiace degli altrui fallimenti.
Questo samurai è utilissimo al suo daimyo. Ma, ancora più in alto in questo livello, si situano coloro il cui volto non tradisce mai il loro pensiero, e che mai esibiscono la loro bravura, anzi, fingono ignoranza e incompetenza.
Quel che più conta, rispettano l’abilità degli altri. In molti casi è, questo il massimo livello cui si possa arrivare.
Ma ad un livello ancora più alto c’è quel regno supremo che trascende la bravura dei comuni mortali.
Chi accede a questo regno e vi penetra in profondo, si accorge che non finirà mai di addestrarsi, migliorare se stesso, e che non arriverà mai ad essere soddisfatto delle proprie fatiche.
Quindi, un samurai deve conoscere bene i suoi difetti e passare la vita ad addestrarsi, senza mai ritenere di aver fatto abbastanza. S’intende, non si deve mai essere troppo sicuri di sé, ma neppure bisogna sentirsi inferiori agli altri.
E’ fama di Yagyu, insegnate di kendo degli shogun Tokugawa, abbia detto una volto:” Non so eccellere sugli altri. So eccellere solo su me stesso”. Un vero samurai dirà quindi fra sé:” Oggi sono più bravo di ieri, domani sarò migliore di oggi”. Cercherà, giorno dopo giorno, di migliorare sempre se stesso. L’addestramento è un processo senza fine”.
2) Alcuni Principi:
Siamo tutti esseri umani. Perché dovrebbe, un uomo, essere inferiore ad un altro? Abilità e destrezza sono doti inutili, ammenochè non si abbia gran sicurezza di sé. E se uno non l’adopera per la pace la prosperità per la pace e la prosperità della signoria, tutta la sua bravura non vale nulla.
Tale risoluzione, tuttavia, al pari dell’acqua che bolle in una pentola, si raffredda così facilmente come si era scaldata.
Ma c’è modo, s’intende, di impedire che si raffreddi. Il mio metodo consiste nei seguenti quattro impegni:
- Mai uscire dalla Via del Samurai;
- Servire sempre fedelmente il tuo signore;
- Praticare la pietà filiare;
- Compassionare e dar aiuto a tutto il genere umano.
Se ogni mattina no pregherà gli dei e i Budda affinché l’aiutino a rispettare questi quattro impegni, la sua forza duplicherà e costui non regredirà mai. Bensì, come un bruco, avanzerà piano piano assiduamente.
3) La vittoria iniziale è vittoria una volta per tutte:
In tarda età, Tetsuzan fece una volta la seguente osservazione:”
Ero solito pensare che il combattimento differisse dalla lotta Sumo in quanto qui non ha alcuna importanza, se anche vieni atterrato a un certo punto, purché tu vinca alla fine. Ma di recente ho cambiato idea. Se l’arbitro avesse ad interrompere l’incontro mentre tu sei a terra, saresti dichiarato perdente."
Vincere fin dall’inizio è essere il costante vincitore.
4) L’educazione dei figli:
C’è un sistema collaudato per allevare il figlio di un samurai. Nell'infanzia il suo coraggio va stimolato, e nessuno deve mai minacciarlo o ingannarlo. Se, fin da piccolo, egli avesse a soffrire di angosce o paure, ne porterebbe le cicatrici nello spirito fino alla tomba. A un bimbo non si inculchi la paura dei tuoni, non gli si impedisca di affrontare il buio, non si gli raccontino fiabe spaventose per tenerlo buono quando piange. D’altro canto, se sgridato troppo severamente da piccolo, diverrà un timido adulto introverso.
In ogni caso si deve stare attenti che non acquisti cattivi tratti di carattere. Una volta presa una brutta piega, non varranno prediche a levargliela. Nei discorsi e nel comportamento, dovrà imparare a comportarsi sempre in modo acconcio, con proprietà di linguaggio e di maniere, né gli vanno instillati desideri volgari. Tutto il resto è meno importante, poiché i figli sani e normali perlopiù cresceranno a loro posta, comunque allevati. E’ vero, naturalmente, che i figli di un matrimonio disarmonico mancheranno di pietà filiale.
Anche gli animali e gli uccelli sono influenzati da ciò che vedono e sentono dal momento della nascita. Bisogna stare estremamente accorti per quanto riguarda l’ambiente di un bambino.
A volte le cose vanno male tre padre e figlio, a causa della sciocchezza d’una madre. Se questa vizia troppo, irragionevolmente, il suo bambino, e se prende sempre le sue difese quando il padre lo sgrida, essa instaura una congiura fra il bambino e sé, e ciò causerà ulteriori attriti fra figlio e padre. Congiurare con il figlio contro il padre scaturisce, evidentemente, dalla superficialità dell’animo femminile, e dal meschino calcolo che, conquistando i favori del figlio in tenera età, ella si assicuri il benessere negli anni a venire.
5) Prendi una decisione nello spazio di sette respiri:
Dice un antico detto:” Prendi una decisione nello spazio di sette respiri”
Takanobu Ryuzoji ebbe a dire: “ Se troppo si indugia a decidere ci si addormenta”.
E il principe Naoghige, di rincalzo: ” Allorché si procede con comodo, sette imprese su dieci riescono male.”
E’ estremamente arduo prendere decisioni nell’orgasmo degli eventi. Ma se, senza preoccuparsi di cose secondarie, uno affronta il problema con mente acuta, costui perverrà sempre a una decisione entro lo spazio di sette respiri. Prendi la cosa in esame con calma e con semplice determinazione.
6) Gli schizzinosi sono una frana:
Gli schizzinosi arrivano per ultimi. A questo mondo, bisogna traboccare di vitalità.
7) Mai perdere una occasione:
Una volta Kenshin Uesugi ebbe a dire: “ Non conosco alcun trucco che assicuri la vittoria. La mia saggezza consiste solo in questo: prendere sempre la palla al balzo, non perdere mai una occasione.”
Interessante.
8) Quando l’acqua si alza, si alza anche la barca:
C’è un proverbio che dice:” Quando l’acqua si alza, si alza anche la barca.” In altre parole, il bisogno aguzza l’ingegno, e , di fronte alle avversità, le capacità umane si accrescono. E’ vero : le persone virtuose e capaci, maggiori sono le difficoltà ch’esse devono superare, e più assiduamente si adoperano, e più affinano il loro ingegno. Avvilirsi nelle avversità è, invero, un grave errore che chi è uso a combattere deve sconfiggere.
Uesugi Kenshin disse: "Non ho mai pensato a vincere, ho solo capito che bisognava essere sempre all'altezza della situazione, e questo è ciò che conta. E' imbarazzante che un samurai non lo sia. Se fossimo sempre all'altezza della situazione, non ci sentiremmo mai a disagio".
Tratto da Hagakure
(di Yamamoto Tsunetomo)
Hagakure. Il libro segreto dei samurai -
di Yamamoto Tsunetomo -
Mondadori, 2001 -
pagine 207
Yamamoto Tsunemoto fu al servizio del daimyou Nabeshima Mitsushige (1632-1700) del feudo di Saga. Quando il suo signore morì, egli divenne monaco buddhista col nome di Jouchou e si ritirò in monastero.
Durante questo periodo compose, grazie all'aiuto dell'allievo Tashiro Tsuramoto, lo Hagakure, l'opera sullo spirito e il codice di condotta del samurai.
Il titolo Hagakure significa letteralmente "nascosto dalle foglie" (oppure "all'ombra delle foglie"; il titolo completo era Hagakure kikigaki, "annotazioni su cose udite all'ombra delle foglie") e ben si adatta a un testo che per centocinquant'anni circolò segretamente fra i samurai.
Nonostante l'autore ne avesse chiesto la distruzione, esso ebbe ampia diffusione. Nel 1906 fu pubblicato e subì la strumentalizzazione del bieco militarismo dell'epoca (in contrasto con lo spirito autentico dell'opera).
Il tema principale del testo è la morte, non intesa semplicemente come estinzione della vita, piuttosto nel senso psicologico dell'eliminazione dell'io. Lo Hagakure fu considerato un libro fondamentale da Mishima Yukio che lo ispirò profondamente.
Questa edizione italiana raccoglie soltanto una selezione dei passi dell'opera originale, composta da undici volumi. La traduzione di Kasano Miki è snella, anche se non particolarmente bella e non priva di qualche sbavatura.
Sulla copertina del libro c'è un mon, il simbolo che ogni casato nobile aveva, ad esempio, come stemma sul kimono, ma anche su altri vessilli come bandiere e ventagli. Quello dei Tokugawa era tre foglie stilizzate di altea (detta anche malvone).
Davide Rizzo