Uno stage improvviso, anche se alla fine sapevo come volevo festeggiare
i miei primi 40 anni di Karate!
Non l'ho detto a nessuno, questa volta veramente mi son detto: "
ma chi se ne frega, ci saranno quelli che ci sono sempre, quelli che seguono, anche se le sveglie non suonano e arrivano trafelati e timorosi del ritardo accumulato" in effetti c'erano quelli che dovevano esserci, giovanissimi atleti, atleti anziani rivolti ad Est e dai quali la separazione anche se termporanea è dolorosa anche se quando ci si vede tutto è normale, tutto è sintonia senza parole, solo gesti.
Avevo anche invitato qualche Ex allievo/a ma evidentemente quello che dice Luciano è vero, quando uno molla, molla! Cretino io a crederci ancora, cambierò anche in questo anche se sarà doloroso staccarsi dai bei ricordi di bella gente, pazienza.
Quarant'anni passati ad insegnare a me stesso e poi passare il mio sapere, senza riserve alcuna, a tutti ma proprio a tutti anche a chi non pratica,
perchè un Maestro è Maestro sempre.
Quando parlo con il Maestro Puricelli, quando lo facevo con il Maestro Kase e ancor oggi con il Maestro Shirai, anche se si parla di barche di acqua o di altro rimangono Maestri e lo senti nelle loro parole, nel loro modo di porsi e di trasmettere anche cose che con il karate non hanno nulla a che fare, forse!
E così analizzi te stesso.
Quarant'anni passati a studiare divertendosi per poi trasformare una parte del divertimento in insegnamento per imparare ad esser più dentro la cosa.
Ultimamente dico ai miei giovani e più affezionati allievi quanto sia importante stare dove si è fare karate sempre, pensare al karate, analizzare la propria situazione vivendola da karateka, rimanere, non cedere "
KUJIKERUNA.
Anche quest'anno ho perso degli allievi, bambini che hanno ceduto, non hanno saputo aspettare che il semaforo diventasse verde e che la noia si trasformasse in rinnovato piacere di praticare, hanno mollato, non importa se il mio cuore ha ancora una volta ha versato, non importa, quello che spero e che mi interessa è che in cuor loro qualche cosa sia rimasto e che continui a lavorare, finchè iun giorno, forse, diranno...... e pensaranno al loro Maestro come una persona che ha dato, che non ha mai tolto ha solo dato.
Altri allievi andranno lo so ma questa è la vita e si deve accettare, non condividere ma accettare.
Quarant'anni passati da solo e in solitudine anche se, circondato da mille persone, gli altri, il gruppo fa parte di te ma il Karate non è socialitzazione, il karate è tecnica e studio profondo della propaia anima, del proprio vero IO e alla fine conti solo tu con i tuoi progressi e illusioni e alle volte, spesso con le tue frustrazioni perchè ti sembra di esser fermo al semaforo che non diventa mai verde, ma tutto intorno a te ti fa capire che vivi e ti muovi nonostante sembri rosso.
Il Maestro Ryokan diceva: "
io mi ricordo che mi lamentavo perchè il mio cammino era un cammino solitario". Ho molto aprezzato questa frase che simboleggia esattamente il percorso che uno deve compiere, se lo desidera! e io si vede che l'ho proprio desiderato inconsapevolmente desiderato
Quarant'anni dove ho visto molta gente cedere sotto la pressione, sotto l'interesse che si trasforma in noia, si il karate è noioso, molto noioso e ripetitivo ma la situazione dipende sempre da come uno la vive. Io sto bene con il karategi addosso, sto bene con il mio Maestro, sto bene con i miei allievi sto bene nel mio Dojo dove ogni giorno cade un pezzo di muro, un dojo che devo spazzare come mai farei a casa mia, ma è il mio Dojo anche se il Dojo è dove pratichi!
La vita è stata generosa con me, mi ha permesso almeno di provare a realizzarmi anche se questo ha significato sacrificio e non solo mio.
E adesso passiamo a pensare ai prossimi 40 anni, questo sarà possibile solo se un paio di voi saranno al mio posto quando io, da buon maestro passero il mio kaiten anche se non ho palestra e il mio dojo è quello del mio maestro.
La giornata si presenta nebbiosa ma nonostante l'ora legale esco di casa alle 7,10, prenderò i 28, è domenica e la Giudecca si trasforma in un'isola del cazzo quando c'è nebbia ed è domenica. Sono un pò nervoso, mi sveglio stanco, agitato, deluso dal tempo che non mi da tregua, acqua alta, pioggia, nebbia, il lavoro che iniza, a 55 anni a starmi un po sulle palle, sono stanco oggi ma l'impegno è impegno e mi alzo, veloce chiaccherata con Manuela che mi fa capire che sono solo le 6,45 e che per arrivare a S.Avise mi bastano 40 minuti, c'è nebbia replico! e così dopo il solito bicchiere di caffe con il latte me ne vado mentre Belva e Balu si rincorrono e fanno già la lotta, che bella vita la loro, al sicuro, sempre con il cibo e l'acqua pronta, con le coccole dei padroni a disposizione, sempre!
Bella vita quella del gatto :-)
Arrivo in fondamenta e il vaporetto non si vede, corsa saltata, merda! gelo, è umido già la giornata sta prendendo una piega strana, arriva quello dei 48 ci salgo scendo a S.marco e già il mio animo si rasserena, sono in "Terraferma" e da qui il tempo è il mio, non appartiene più all'Isola!
Cammino, Piazza S. Marco è bellissima, il campanile è alto 50 metri, gli altri 51 sono nascosti dalla nebbia, e la torre suona le 8.00, bellissima Venezia, amo questa città che sa di mare.
Le mercerie sono vuote, deserte, è Domenica e c'è l'ora legale. Capuccino e brioche poi Strada Nuova, arrivo alla palestra alle 8,30 presto, non importa mi ci vuole un pò di solitudine, guardo il cimitero dove i miei genitori riposano, sento la loro forza la loro energia, che dopo 55 anni è ancora dentro di me.
Mi hanno fatto un grande dono con questa vita e con il loro insegnamento.
Entro e pago la sala di allenamento, arriva Nicola e la nebbia è sparita, al suo posto il sole, bene, bellissimo, poi è il turno di Chiara e Alice, bellissime, sono veramente fortunato! Donato si prende subito carico di raccogliere le quote/stage.
Alle 9.20 siamo già cambiati, manca qualcuno/a mi spiace non ci sia al saluto ma non importa, si va avanti.
Kihon, pugni, calci questo siamo venuti a fare oggi. Loro non lo sanno ma è la mia festa :-)
L'allenamento oggi lo sento diverso, non voglio farli faticare voglio che si sveglino, prima!
La palestra è lunga, è grande e il ritardatario/a fa capolino dalla porta e io sono contento.
Oggi le cinture nere avranno un ruolo importante, far capire al posto mio, voglio che si misurino con se stessi.
Pratichiamo fino alle 11, è l'ora dei bambini, arrivano e dopo un 20 minuti tutti assieme li affido a Francesca alla quale ho assegnato il compito di far fare un 40 minuti di Kata, so che a lei piace insegnare, vedremo, tanto la prossima volta toccherà a qualche altra/o vedremo!
Per il resto è tutto perfetto, i genitori sono alla porta, Anna con un gran paio di occhialoni neri sempra ci scruti ma forse pisola, ha fatto una notte di lavoro e così ha deciso di portare solo Susanna. Un ringraziamento va sopratutto a queste Mamme, sempre presenti nonostante gli impegni, ma ci tengono così tanto ai loro figli che ogni sacrificio che fanno le rendono sempre più forti.
I bambini fanno pratica Veronica, Susy, Vlad, Adrian, Fosca, Nicolas e Francesco la vorano con Francesca poi li chiamo e voglio vedere i loro kata, Vlad è bravissimo, sentono l'esame di domani (lunedì) e la gara dell'11 aprile.
Solita foto di rito e io penso ai prossimi 40 anni che spero di trascorrere con quanti vorranno fare questo viaggio assieme al loro Maestro.
Grazie ragazzi, vi voglio un sacco di bene.
Oss
Alcune Immagini dello Stage
Davide Rizzo