Un vecchio Maestro piange i suoi allievi, li vede allontanarsi, tutti si dirigono verso l’unica direzione possibile “ il futuro”.
Li ha coltivati, aiutati, messi, si spera, nella giusta strada, ha dato loro gli strumenti per crescere e far crescere sani quanti staranno loro, appresso.
Durante la sua lunga vita ha visto molti giovani, ha subito le loro decisioni, si, perché l’anello debole di questa catena di sapere è proprio lui, il Maestro che non decide chi viene, che non determina la scelta di chi lascia ma la subisce.
Ha insegnato a lungo, a lungo ha praticato per quasi tutta la sua esistenza la nobile arte della mano vuota il Karate-Do, ha seguito, anch’egli un unico Maestro anche se durante la sua vita ne ha avuti molti ma solo con LUI ha praticato, solo sotto la sua costante supervisione è cresciuto e adesso…… vede allontanarsi quanto da lui cresciuto.
E’ giusto, la vita è così,
solo lui ha mantenuto il principio di indissolubilità dal suo Maestro, pochi lo fanno, moti pensano, ad un certo punto di non aver più bisogno di questa figura che non è tale ma è un Principio.
Piange di felicità nel pensare che la sua fatica ha lasciato una traccia indelebile, ma che i molti dimenticheranno, pensa a quanto ha dato e al moltissimo che ha ricevuto, piange il vecchio Maestro nel pensare ai mille e mille sacrifici, a quanti hanno subito volenti o dolenti le sue scelte dettate dal senso del dovere e dell’onore, parole oramai obsolete nel nostro modo di porsi davanti a se stessi e alla vita.
Piange pensando alle scommesse perse solo perché ha scommesso sugli altri, anche lui ha fallito, ha fallito quando, di fronte al miraggio ci ha creduto, ha fallito quando ha visto solo quello che voleva vedere in quel momento e non quello che era reale e tracciabile e tangibile.
Sconfitto da chi sembrava vicino, da chi diceva:
“Maestro io non cederò mai perché ho capito il tuo insegnamento Kujikeruna' ” Alla fine il Maestro ha vinto perché sconfitto, perché davanti a se ha persone e non automi, ha allievi e non seguaci o pseudo figli, ha giovani sguardi che guardano oltre, guardano alla vita che non è la sua, la sua l’ha vissuta come voleva, accanto alle persone che più amava, moglie, figli, Maestro, allievi e disciplina interiore.!
Grazie a tutti quelli che mi hanno dato modo di conoscere me stesso attraverso la pratica dell’insegnamento.
Osu
Davide Rizzo