Cicerone intende la tradizione come: Traditio "Consegna"
Quintiliano come "Insegnamento" e Tacito come "Narrazione"
In tutti vi è comunque una invariante: il passaggio di un insieme
di dati culturali (In senso Antropologico) da antecedente a conseguente.
In sostanza Tradizione è latto di trasmettere qualche
cosa da persona a persona.
Operando una traslazione in ambito sociale sarà fondamentale:
sia latto di riunirsi da parte di più persone per fare esperienza
di ciò che viene trasmesso mediante un certo tipo di pratica,
sia la volontà di perpetuare da generazione in generazione comportamenti
codificati nella speranza di raggiungere una certa perfezione
e obiettivi prefissati. Infine è determinante il compito di conservare
il più fedelmente possibile ciò che è stato trasmesso, e poiché
la tradizione è un atto di uomini verso altri uomini, questa operazione
risentirà necessariamente di condizionamenti storici e culturali.
Si verificherà quindi una sorta di tensione dialettica tra loggetto
della tradizione, i modi in cui essa è trasmessa e le sue interpretazioni.
La storia del Karate non ne è immune, e il dibattito tra tradizionalisti
e moderni è molto vivo con conseguenze non sempre benefiche per
larte del Karate.
Perché a un certo punto il Maestro H.Nishiyama ha dovuto definire
il Karate-Do ITKF come Karate-Do Tradizionale
quando in precedenza si era sempre e solo parlato di Karate? Semplicemente
perché il nome Karate era divenuto inflazionato, da un insieme
di karate: Karate Full Contact, Light Contact e così via.
Egli non riusciva più a riconoscere il Karate-Do appreso dal
Maestro G. Funakoshi nel panorama delle varie discipline che si
rifacevano e tuttora si rifanno al nome del Karate.
Senza voler ripercorrere le vicende politico organizzative degli
ultimi 30 anni è comunque utile richiamare alcuni punti riguardanti
la concezione del Karate e la sua impronta agonistica così come
è concepita dai due maggiori organismi mondiali oggi operanti.
E un fatto che nel 1982 la ex WUKO ha
creato un regolamento di gara, ancora in vigore nella sua essenza,
che, modificando i principi su cui si fonda il
Karate-Do
Tradizionale lo trasforma in uno Sport Moderno che fa
uso di Calci e Pugni.
Il
Karate-Do Tradizionale ex ITKF per contro è basato sul concetto
di " TODOME" o "Tecnica Definitiva":
vale a dire che una singola tecnica, senza l’uso di armi
deve essere in grado di distruggere la capacità offensiva
dell’avversario. Il "Finishing Blow", la Tecnica
Definitiva, richiede che al momento dell’impatto venga liberata
una forza d’urto massimale, e questo è possibile solo con
l’impiego di tecniche speciali, di calcio e di pugno, che
devono rispondere a determinati requisiti definiti nel Regolamento
Tecnico, arbitrale e di gara dell’ex ITKF.
Per contro il karate Moderno ex WUKO, ammette, stando al
proprio regolamento di gara, azioni di calcio e pugno
che
non hanno i requisiti del Finishing Blow.
Le tecniche vengono descritte come
"Azioni
Vigorose", e quindi non richiedono alcuna tecnica
allenata in modo speciale. Come risultato, qualunque disciplina
sportiva o arte di combattimento può partecipare a tali competizioni,
perché non viene richiesta alcuna competenza tecnica specifica.
Da quanto sopra si vede che " Karate-Do Tradizionale ex
ITKF e " Karate Moderno ex WUKO" dal punto di vista
della competizione sono incompatibili e devono procedere parallelamente
a fianco ognuno nel mutuo rispetto della diversità tecnica e in
ottemperanza a quanto sancito dalla Costituzione del C.I.O. che
garantisce a ogni persona il diritto di praticare la disciplina
prescelta. Tenteremo di parlare di
Karate-Do
partendo da categorie proprie della cultura Giapponese, ovvero
da concetti di quella tradizione che ha prodotto larte divina
della "Mano nuda" dei mari del Sud.
Diciamo subito che secondo noi la pratica del Karate-Do costituisce
laccesso a una formazione speciale, privilegiata con propri
contenuti e metodologie specifiche che occorre definire perché
sempre più ci dobbiamo confrontare con un sapere superficiale
e dilettantistico.
Tradizione, e quindi anche " Karate-Do Tradizionale"
,significa essere depositario di una conoscenza, della verità
profonda della disciplina. Siccome il Karate-Do
Tradizionale è fondamentalmente una pratica la sua essenza e ricchezza
si potrà conoscere solamente attraverso un vissuto ovvero tramite
lallenamento specifico del Karate-Do Tradizionale .Secondo
il Maestro Funakoshi la pratica del Karate-Do Tradizionale inizia
e finisce con il saluto.
Questo vuol dire che per cogliere lessenza profonda del
Karate-Do Tradizionale il praticante si deve porre in una condizione
mentale particolarmente diversa da quella che ha chi si avvicina
al karate rincorrendo immagini create da films, falsi comportamenti
eccetera.
Che cosè il Karate-Do Tradizionale ?
Cosa fa un corpo/mente quando nellazione cerca di superare
i propri limiti? Quali limiti? Quelli che Lui stesso si è inconsciamente
autoimposto o quelli oggettivi e reali al di là dei quali in quel
momento non è in grado di andare?
Cercheremo di rispondere a questi quesiti in modo orientale,
secondo i canoni della pratica del Karate-Do Tradizionale , per
far ciò dobbiamo considerare dapprima che il Karate-Do Tradizionale
è un arte e una tecnica proveniente dal Giappone, ed è quindi
il prodotto di una Cultura orientale diversa da quella Occidentale
e qui troviamo il primo scoglio: la possibilità di incontro tra
cultura Occidentale cultura Orientale non risiede tanto in un
problema etnologico quanto in un problema interiore.
Occorre cioè che il praticante Occidentale sia disposto a riconoscere
e a lasciar vibrare lelemento orientale che è presente dentro
di sé, anche con tutte le tensioni che ciò implica.Tensioni
che non occorre risolvere ma saper interpretare.
In che modo il Karate-Do Tradizionale struttura lindividuo?
La Tradizione raccomanda vivamente di sviluppare armoniosamente
il principio:
Shin, Gi, Tai.
- Shin lo Spirito si sviluppa
e si allena nel Kihon.
E lenergia fondamentale che si consolida grazie alla
ripetizione del gesto. In questo modo aumenta la fiducia in se stessi;
è la prima qualità.
- Gi la Tecnica. Si entra
decisamente nella via e viene allenata specialmente nel
Kata.
La conoscenza dellArte aumenta ma, per avere successo, sono
necessarie convinzione e slancio, altrimenti sarà impossibile seguire
e proseguire nella Via.
- Tai il Corpo rappresenta
la realizzazione nel confronto, nel Kumite.
Obbliga ad acquisire efficacia, mette alla, prova e migliora
la forza della mente, sviluppa coraggio e volontà di riuscire
e di vincere se stessi.
Nel Karate-Do Tradizionale , grazie allosservanza e studio
consapevoli di questi principi, sotto la sapiente guida di un
Maestro competente, il praticante si arricchisce spiritualmente
e per gradi di perfezione e complessità avanza sulla Via del Karate-Do
Tradizionale. Riassumendo allallievo è richiesto:
- Gi: una Tecnica giusta;
- Tai: una efficacia reale, potenza dello stile, deve
essere messa alla prova;
- Shin: lo spirito elevato, la competenza, il giusto
atteggiamento mentale, la capacità di fare uso corretto delle
proprie nuove forze.
- Shin è lo Spirito.
- Gi è il Modo.
- Tai è lAzione
Tai: concerne principalmente il corpo.
Il lavoro fisico conduce a un essere tonico vivo e in buona
salute. Tai è la base.
Lazione di Tai è legata a tutto quello che ci permette
di sentire, centrare la propria sensibilità. Tai in definitiva
è presuppone: Comprendere ciò che succede, sentire di che si
tratta e agire correttamente. Gi: la Tecnica
orienta il lavoro fisico, organizza le forze è lo Stile.
Il luogo delezione del Gi è il Kata.
Ogni volta che si esegue correttamente una tecnica questa
ci impressiona, si ha quasi la sensazione di possederne lenergia
intrinseca, si viene scolpiti, si comincia a esprimere un proprio
stile.
Questo stile è conquistato grazie al modo, la tecnica. Il
Gi apre la Via al suo possibile superamento, il superamento
della tecnica è il tratto distintivo, nel Karate-Do Tradizionale
, della Maestria. Shin: lo Spirito. Il
lavoro su Shin inizia con un lavoro su di sé, interiore, un
lavoro da allievo. Solamente quando tutto verrà risolto
interiormente si potrà agire in modo pieno e autentico.
- Shin è la Mente, stabilisce la strategia.
- Gi sceglie la Tecnica.
- Tai il corpo, fa lAzione.
Riassumendo ancora potremo dire che il Karateka inizia padroneggiando
laspetto fisico dellArte.
In questa fase predomina il principio del Tai e si fa un lavoro
che rinforza la personalità. Con i primi successi il proprio Ego
prende forza. Arrivato allo stadio del perfezionamento della tecnica
Gi lallievo entra nella vera ricerca, scopre le proprie
illusioni, prende consapevolezza delle proprie possibilità e del
cammino che gli resta da percorrere. Si concentrerà allora ancora
più profondamente sulla tecnica e cercherà di divenire: prima
un Tecnico competente e poi un Maestro. Durante
questa fase impara a conoscersi sempre meglio e ritrova sincerità
ed umiltà. Il proprio Ego perde progressivamente forza. Allo stadio
dello sviluppo spirituale Shin, lallievo si risveglia, sviluppa
la propria intuizione e scopre il senso dellunità, è in
grado di trasmettere ciò che ha acquisito: le proprie ricchezze
interiori.
E la maestria dello Spirito.
Il cammino, la Via, il Do del Karate-Do Tradizionale è dunque
una Via di pace tesa alla realizzazione di quelle potenzialità
interiori che ogni individuo possiede allo stato latente, scopo
profondo della pratica è quello di migliorare lindividuo
su tutti i piani: nella tecnica come nella vita di tutti i giorni.
Per riuscire in questo arduo combattimento occorre esercitarsi
con coraggio, perseveranza, umiltà e sincerità.
Oss
Luciano Puricelli